lunedì 18 giugno 2012

Ezio Raimondi “Un’etica del lettore” Il Mulino, 2007


Un breve densissimo saggio, è “Un’etica del lettore”, Il Mulino, 2007, in cui Ezio Raimondi insieme alla definizione  dell’atto della lettura, poiché la convoglia verso una connotazione etica, necessariamente definisce anche l’atteggiamento etico correlato.   La relazione fra lettura e etica va a suffragio di una definizione etica non assolutistica, che anzi vive e si sviluppa nella ricchezza delle forme, nella variegata polimorficità del’io che accoglie l’altro e che senza abbandonare la propria visione particolare, si arricchisce anche di visioni diverse.  Il che è esattamente ciò che accade nella letteratura. Si può anzi ben dire che la lettura sia testimone privilegiato di questo incontro.

Risuona sullo sfondo la critica benjaminiana a  un società di massa in cui tutto sembra mercificato. Ma per Raimondi è proprio la capacità della letteratura, la quale sempre sorge da un impeto morale, a comunicare una nuova possibilità di interpretazione e costruzione del reale, contro quella codificata e conforme che il potere ci inocula. La letteratura nasce dall’esigenza di interpretare la realtà, la quale è complessa e non definibile in maniera univoca e definitiva, essendo potenzialmente infinita (Raimondi rimanda al concetto di infinito introdotto dal movimento romantico) e in questo scarto non richiudibile sono al lavoro lo scrittore e il lettore, entrambi sollecitati dal senso veicolato dalle parole del testo letterario.

Ne consegue un doppio lavoro, dello scrittore e del lettore, i quali si situano su due differenti versanti, ma nessuno di essi è ricettore passivo. Entrambi elaborano creativamente e danno forma: interpretano e si costruiscono. In questo afflato, desiderio di una sempre rinnovata capacità esplorativa in cui il senso morale viene coinvolto in prima istanza in quanto impegno, cura e presa di posizione, ascolto, riflessione e restituzione, Raimondi individua il cuore propulsivo della lettura/scrittura. 

Il problema estetico/etico viene soltanto sfiorato in questa sede, vengono cioè ravvisati i confini delle due aree, qui intercettati nel loro solo sfiorarsi, ma non viene affrontato, se non nella indissolubilità che sembra sussistere tra le due componenti: in fondo, l’operazione della lettura a cui si fa qui riferimento è  quella della letteratura con la A maiuscola, e va da sé che questo trascina l’aspetto estetico, ma solo come corollario, essendo la sua relazione con l’etica fondante per lo studioso bolognese.

Raimondi costruisce tutta la sua esposizione con il sostegno di citazioni tratte dai grandi autori (scrittori e filosofi) al fine di corroborare l’idea che leggere sia, appunto, esperienza esistenziale che ci vede coinvolti in prima persona.  E che per questo richieda il nostro impegno e la nostra consapevole scelta.

                                                                                                      Rosa Pierno

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