martedì 13 febbraio 2018

Alla strenua ricerca della natura. Mostra di Dina Moretti e Loredana Müller


Opera di Dina Moretti


Tutta percorsa all’insegna della natura, la mostra delle due artiste ticinesi, Dina Moretti e Loredana Müller, è la dimostrazione di quanto uno sguardo fortemente direzionato, fino a sprofondare nelle oscurità della materia, non possa che restituire la vera immagine della natura: il suo aspetto puramente mentale.

La levità dei segni, nati da un’investigazione che tenta di scovare l’invisibile almeno nelle sue ultime parvenze percepibili, fa collezionare a Dina Moretti una serie di immagini parziali, di dettaglio, che mai tentano la totalità, ma si preoccupano di effettuare un’indagine che scavalca la particolarità della pianta per cogliere il segreto del suo sviluppo. Non è la ricerca della pianta originaria, ma il suo modo di fare figura, i suoi snodi, le direzioni in cui avviluppandosi cresce o, addirittura, il modo in cui ingloba i fori e nodi nella corteccia. Il dettaglio pare perdere sostanza, man mano che lo sguardo si avvicina. E il visibile s’ammanta di nebbia, di veli, dell’impossibilità di svolgere interamente la materia, di scorgere il motivo della variabilità vegetale. Piante interamente pensate, luminose, addirittura! Piante che possono collocarsi sul limine dell’organico, ove il dialogo tra bianco e nero o fra i grigi o i seppia in scala cromatica contribuisce a rendere ancora più impalpabile il costrutto visivo. Ciò che è vegetale sembra ritorcersi e andare a riempire le pagine del libro sulla natura di Dina Moretti, dove mai però compare il dato geometrico e le cose sono prese col solo movimento del disapparire. Le immagini si creano sulla superficie del foglio, agganciando il vuoto.

È col colore che, invece, Loredana Müller investiga il mondo, dalle piante deducendo un vellutato verde, luminoso e acquoreo oppure frantumando la materia vegetale secca e facendola mulinare in vortici che espellono lo spazio dal disegno, ma lo affastellano di tinte. È una natura con moto, che si dà alla percezione nel divenire delle aggregazioni e del rinfrangersi delle tonalità cromatiche con passaggi suadenti e morbidissimi. A volte il movimento è colto nell’istante della divisione cellulare, rendendo visibile a occhio nudo, ciò che l’artista immagina. Il colore ribolle o formicola, si placa o si addensa, caratterizzando ogni porzione di spazio. Lo spazio diviene ricettacolo di frammenti, vi si accalcano tramature vegetali, cellule, fiori colti al microscopio, strutture con filamenti, tessuti epiteliali, quasi un vocabolario delle tessiture organiche. Eppure si sente l’inorganico, quasi come per una sinestesia, sempre in azione e in ogni dove. È ciò che appare evidente osservando i medaglioni color terracotta in cui persino la figura umana è riprodotta al modo di un calco, di un ritrovamento archeologico, insomma sempre con una trasposizione che denuncia la sua alterità rispetto al dato reale. Alcune figure affiorano da un reticolo di segni poiché è il segno, la sua centralità ad essere in questione. La distanza tra essere umano e materiale vegetale o organico viene, in tal modo, a cadere, esibendo la sua ininfluenza. Ciò che conta è che la natura mostri i suoi segni.

                                                                                              Rosa Pierno



TRACCE, SEGNI, ENERGIE.
carte, tavole, tele
Dina Moretti e Loredana Müller
Vi aspettano lunedì 19 febbraio alle 19
ad areapangeart, centro culturale a Camorino.
Presenta Gilberto Isella
Suoni in sala Edith Salmen
Per saperne di più:
www.areapangeart.ch


Opere di Loredana Müller

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